mercoledì 17 marzo 2010
PRESENTAZIONE
Il S.I.D.I. (Sindacato Italiano Diritti Invalidi) da anni si batte, attraverso proposte, iniziative pubbliche, pubblicazioni, e in generale nei suoi rapporti con le istituzioni, perché tutti, ed in special modo le categorie più svantaggiate (anziani, disabili ecc.), possano avere dal S.S.N. prestazioni sempre migliori e più rapide. Spesso, purtroppo, a fronte di un dichiarato interesse per le problematiche relative alla salute dei cittadini, ci scontriamo con la realtà dei fatti: una realtà che a Roma e nel Lazio è fatta di tagli, di riduzione del personale, di carenza di posti letto, di lungaggini nelle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche. Tempi di attesa che spesso si protraggono oltre ogni termine ragionevole; tempi di attesa assurdi per chi, malato, ha bisogno di diagnosi precoci e cure tempestive. Rasenta lo scandalo la situazione dei pronto soccorso: soprattutto nella zona sud- est di Roma, con un bacino di utenza di centinaia di migliaia di cittadini, spesso provenienti anche dai Castelli , che si riversano nei due soli P.S. del Policlinico Tor Vergata e del Policlinico Casilino: nei giorni del picco influenzale sono stati denunciati casi drammatici di persone anziane e malate che hanno dovuto attendere anche venti ore (la media era intorno alle 10\12 ore) prima di essere visitate, e poi due o tre giorni (ma ci sono stati casi di attesa di sei- sette giorni) sulla barella prima di essere ricoverate. Il viaggio attraverso le strutture sanitarie della nostra città è un viaggio a volte allucinante: da una parte cittadini bisognosi di assistenza e di cura costretti all’alternativa tra attese insostenibili o costose case di cura private, dall’altra strutture e reparti pronti, ma ancora chiusi per inefficienze e disorganizzazione. Siamo consapevoli che stiamo pagando disinvolte ( se non proprio criminali) gestioni passate, travolte dai magistrati prima ancora che dal voto dei cittadini, e che ora scontiamo la voragine nei conti ricevuta in eredità. Solo, vorremmo che questo non fosse il pretesto per ridurre ancora di più i servizi al cittadino; vorremmo che, pur con i paletti e i limiti imposti dalle ristrettezze di bilancio, non solo si evitino tagli alla qualità complessiva dell’offerta sanitaria, ma si cerchi di reperire le risorse necessarie, e anzi di incrementarle, scoprendo, combattendo ed eliminando sprechi, inefficienze e corruzione che, ce ne parla la cronaca giudiziaria di questi giorni, si annidano trasversali e “bipartisan” nelle maglie della sanità pubblica e privata. Ed è anche a tutti evidente che nella sanità entrano in gioco interessi enormi, non solo economici, ma anche, e forse soprattutto, interessi nella gestione delle clientele e quindi del potere. Ma di fronte a tante difficoltà, di fronte alla sofferenza, assistiamo ancora oggi desolati al balletto delle poltrone, delle nomine, degli assessorati: non ci sentiremo né rappresentati, né tanto meno tutelati, finchè questa politica parlerà solo di sé stessa e a sé stessa, finchè non sarà capace di parlare e ascoltare i cittadini, di occuparsi efficacemente dei loro bisogni. Di questa situazione, che provoca dilazioni e ritardi, ne pagano le spese, come al solito, i più deboli. Una classe politica seria e responsabile, che ha veramente a cuore il benessere dei cittadini, dovrebbe rimettere mano complessivamente e radicalmente alla gestione della sanità pubblica: sprechi, ritardi, inefficienze, clientele, gestione del personale e delle risorse, appalti: tutto dovrebbe essere ripensato, riorganizzato, rifondato. In Italia ed in Europa non mancano modelli di efficienza e di eccellenza: ci vuole la volontà, soprattutto politica, di adeguarsi a questi modelli, studiarli, imitarli, superarli in una competizione virtuosa che, a fronte di risultati tangibili e di un rigoroso controllo della qualità, andrebbe in qualche modo incentivata con strumenti premianti. Mi appello perciò a chi ha la responsabilità politica di gestire la sanità pubblica, affinchè orienti le scelte fondamentali, quelle che determinano veramente la qualità della vita delle persone, verso la ricerca dell’efficienza, della qualità, della possibilità per tutti, e non solo per quelli che possono pagarselo, di godere di uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, che è il “Diritto alla salute”. IL SEGRETARIO NAZIONALE Giuliano Pietropaolo
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